ANNO SOCIALE 2012- 2013
Presidente Dr. Domenico Raneri
MEMORIAL ROSA BALISTRERI 12° edizione
sezione Poesie
LU DUI NUVEMBRI
poeta: Emanuele Insinna
LU DUI NUVEMBRI |
IL DUE NOVEMBRE
Il due novembre, come ogni anno, vado a visitare i miei morti. Pulisco la lapide, metto fiori freschi nei vasi e recito contrito le orazioni. Poi come facevo da bambino, mi metro a girovagare tra le tombe scorrendo con gli occhi gli epitaffi: "Qui giace. .. i figli affranti posero". Mentre i miei pensieri volano tra i morti, sentii un mormorio, come una ninna nanna triste, che veniva da un angolo, dove ci sono i posti a muro. Rannicchiata in una sediolina come una conchiglietta, una giovane donna che pregava: "Padre nostro …" Mi avvicinai e lessi nella lapide: "Qui riposa il corpo di un lavoratore, padre e marito devoto ucciso dalla crisi e dal lavoro". Perché questa parole? Mi chiesi curioso e scusandomi le chiesi: Signora che vuole dire con questa scritta?" Alza la testa, mentre una ciocca di capelli da sotto il velo nero si sfila dal tuppé. e con la mano, bianca come il latte, li rimette a posto con una forcina e guardando il cielo mi rispose: mi hanno detto che e stata una disgrazia... ma disgrazia non fu. Perché, per un uomo che ama la famiglia, non avendo denaro nelle tasche, si accetta qualunque lavoro, pure senza elmetto, imbracature e protezioni; si chiudono gli occhi e si lavora per dieci e passa ore e non si guarda niente. Il pane, pure duro, e sempre pane. Così succede la disgrazia... ma questa disgrazia non è !". Le braccia alza all'aria come afferrare qualcosa, resta senza fiato, impallidisce, abbassa le braccia e si siede come un gomitolo annodato e riprende a sfilare, la litania: ". . .che sei nei cieli". Il mio cuore si liquefece come cera al sole. Pensai: quando lacrime mangiano lacrime si nutre il dolore e figlia la rabbia. Volevo dare conforto a quest'anima afflitta e sconsolata per questa croce dolorosamente portata. Ma le parole si spengono davanti a queste morti che non fanno rumore, che passano silenziosi senza lasciare segno come l'acqua dei fiumi tra le onde del mare. Queste morti "bianche" lasciano come eredità lacrime salate e pance vuote. Li piangono, avvizziti dal dolore, solo figli, madri e mogli
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