LIONS CLUB LICATA                                                                                                                               

 

CITTA' DI LICATA

CHIESA E CONVENTO DEL CARMINE 

 

Chiesa del Carmine o dell'Annunziata. Sorge sulla piazza omonima, angolo via G. Amendola. La sua edificazione risale al 1200, ma la sua attuale struttura è conseguenza del totale rifacimento compiuto tra 600 e 700. L'interno è ad una navata con abside e quattro altari laterali. Diversi i dipinti che adornano la adornano. A Domenico Provenzani sono attribuiti i dieci medaglioni (cm. 190x115), posti tra gli altari e l'abside, con i Santi carmelitani, tra cui Sant'Angelo e Sant'Albberto. A Giuseppe Felici (Trapani 1656-1734) appartengono i dipinti su tela (cm. 305x 205) che adornano i due primi altari della navata, eseguiti nel 1732: La morte di San Giuseppe L'estasi di Santa Maria Maddalena dei Pazzi. Della scuola del Gagini è l'arco in marmo bianco del secondo altare del lato sinistro della navata, dove sono effigiati i fondatori di Gela e le armi araldiche del committente. Sull'altare maggiore la bellissima statua lignea della Madonna di Trapani, recente restaurata e restituita alla sua originaria cromia. Dietro l'altare maggiore, la sagrestia che, seppur manomessa negli anni, conserva ancora la sua originaria volta a crociera ascrivibile al XIII-XIV sec. partita da robuste nervature che poggiano sui piedritti angolari. L'arredo ligneo che la arredava è andato distrutto nel corso di un incendio doloso, unitamente ad alcune opere d'arte di buon livello artistico. Sono scampate alle fiamme, che comunque hanno lasciato il loro segno, una statuina in alabastron della Madonna di Trapani ed una riproducente San Gerolamo.

All'ingresso, sotto la cantoria, ormai priva dell'antico organo, sono stati sistemati gli artistici sepolcri marmorei, provenienti dalle cappelle gentilizie non più esistenti, alcuni con il letto funebre, altri con il busto a tutto tondo del defunto, di Andrea Minafria (1576), di Palma Minafria (1579), di Antonia Belvisa Plancto (1607), di Giovambattista Formica (1626), di Antonio Serrovira Anelli (1637) e di Tomma si Impellizzeri. E' stata distrutta la cappella gentilizia che ospitava le tombe della potente famiglia baronale dei Caro. L'artistico prospetto marmoreo, molto articolato nelle sue linee, è il più bello e monumentale di Licata assieme a quello della chiesa San Francesco. Fu disegnato dall'architetto Giovan Biagio Amico da Trapani e fu eseguito da maestri scalpellini e marmorari trapanasi tra il 1746 e il 1748.

L'attiguo convento, di recente restaurato nel prospetto, è pure assai antico ed era annoverato tra i più importanti della provincia carmelitana di Sicilia. Ospitava quaranta religiosi e numerosi conversi e venne scelto dall'ordine come casa e collegio di studi per l'intera Sicilia. Più volte ampliato nei secoli, la forma attuale si deve alla ristrutturazione di Giovan Biagio Amico che tuttavia inglobò nelle nuove fabbriche il bellissimo chiostro del cinquecento con archi a pieno centro ed esili ed eleganti colonne di marmo. Sul lato settentrionale del chiostro si conservano ancora elementi significativi dell'antica ed elegante aula capitolare del 300 con porte e finestre di inconfondibile stile chiaramontano, simili a quelle del monastero di Santo Spirito di Agrigento.

Fonte  http://www.lavedettaonline.it/readarticle.php?article_id=12

               

                         AULA CAPITOLARE

 

 

          MORTE DI SAN GIUSEPPE

      

       PROSPETTO DELLA CHIESA DEL CARMINE  

 

       

    

                   SANTA MARIA MADDALENA

 

 

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