Mia madre parlava da sola in estate
quando penosamente contava i giorni
pregando che presto arrivasse il momento
di venire al mare per stare con me.
In tal modo la sua santa solitudine
le dava allora un po' di pace
e senza pesare né disturbare
dopo la partita a carte siciliane
con ì miei figli piccoli e dolci
le piaceva adorare quella casetta
dove da moglie devota addolorata
assistette amara alle sofferenze di mio padre. 
Come cresceva la mia curiosità
di entrare nei lunghi discorsi
che le sentivo fare convinta - con chi?- 
per ore intere a tante voci in coro.
Io facevo attenzione a non far rumore,
mi avvicinavo per ascoltare bene 
ma non capivo mai niente: non so come!
Se poi le chiedevo rispondeva:
"Cosa dici Pino, a mamma, non c'è nessuno!"
Invece sono sicuro: non era mai sola.
E parlava, parlava a cuore aperto, 
delle sue angustie con amici e parenti. 
A volte dopo che è volata in cielo
ho in mente un chiodo fisso: 
parlare con lei più spesso
magari in sogno, per chiederle: "Come va?" 
Quando succede sento strapparmi l'anima
e le chiedo: "Sei contenta di me?"
Lo so che feci troppo poco per te
Ti voglio bene, riposa in pace, mamma